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In realtà non esiste solo un tipo di pasta da mangiare con il pesto. È vero, i fedelissimi alla tradizione probabilmente in questo momento storceranno il naso perché qui a Genova, il Pesto viene consumato maggiormente con le trofie, gli gnocchi oppure le trenette.
Noi, ad esempio, siamo un’ eccezione perché, oltre ad amarlo con tutti i tipi di pasta, lo aggiungiamo anche nel minestrone, con le patate al forno, con il bollito e anche semplicemente sul pane!
La Liguria è una delle regioni che vanta il maggior numero di formati pasta creati e successivamente diventati famosi in tutta Italia.
Sicuramente la pasta migliore per gustare il pesto genovese è quella che si presenta sufficientemente ruvida nella superficie e irregolare nella forma, in modo che essa possa trattenere meglio il pesto e formare un connubio perfetto per il palato.
Di seguito, troverai alcuni tipi di pasta tra i piú comuni a Genova e in Liguria, perfetti per essere abbinati con sua maestà il Pesto Genovese Fresco.
Trofie al Pesto Genovese
La pasta fresca per eccellenza in tutta la Liguria, soprattutto a Genova. Se alla semplice preparazione con il pesto genovese vengono aggiunte patate e fagiolini bolliti, le trofie diventano imbattibili meritando il primo posto indiscusso all’interno di questa classifica.
Gnocchi al Pesto Genovese
I famosissimi gnocchi al pesto, semplicissima pasta fresca fatta di farina e patate che si ritrova in ogni ristorante/trattoria che rispetta la tradizione genovese.
Trenette al Pesto
Pasta lunga, tipo spaghetto, uno dei formati più noti nella categoria pasta secca. Anche in questo caso, sono spesso accompagnate da patate e fagiolini.
Testaroli al Pesto
Antica pasta originaria della zona della Lunigiana (confine tra La Spezia e Massa), prendono il nome dal contenitore in cui vengono preparati, il testo, una grossa teglia rotonda. Si può trovare sia intero, quindi rotondo, che già tagliato a quadretti. Cottura velocissima in acqua bollente salata, meno di 1 minuto e otterrete una pasta spessa e molto porosa sembra nata per essere constumata insieme al pesto. Da provare assolutamente!
Lasagne al Pesto
Una delle varianti piú comune delle classiche lasagne bolognesi al ragù. La regina della pasta all’ uovo, questa tipologia di lasagna viene anche chiamata “Alla Portofino” e va un po’ contro il credo comune genovese, cioè che il pesto non va mai cotto onde evitare che il suo gusto venga alterato dal calore. Ma le lasagne sono una vera eccezione, perché ti assicuriamo che questa variante è davvero da leccarsi i baffi.
Mandilli de saea
Ovvero fazzoletti di seta, sono sfoglie sottilissime di pasta fresca che si trovano spesso in antiche trattorie genovesi. Molto probabilmente i meno conosciuti, soprattutto per chi non è ligure ma sono una delicata scoperta.
Corzetti al Pesto
Conosciuti anche come croxetti, ne esistono due tipologie, i piú famosi da mangiare rigorosamente con il pesto genovese sono i corzetti del levante. Mangiati già in epoca medioevale, i croxetti trovano una loro vera affermazione solo nel Rinascimento, quando i nobili iniziano a “stampare” sulla pasta lo stemma di famiglia, un modo per ostentare ai commensali la loro fama e il loro dominio sul territorio Sono certamente il formato di nicchia e un po’ difficile da trovare ma se vi capita assaggiateli, non ve ne pentirete!
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Adoro il pesto genovese, bellissima la vostra presentazione, ma mi permetto di farvi notare che dovreste usare il Parmigiano Reggiano, e non il grana Padano. D’accordo, ci sarà un problema di costo, ma non ditemi che è la stessa cosa. Quando si parla di qualità, e si parla del pesto, che è una eccellenza della gastronomia italiana, non si può lesinare. Una caduta di tono che non rende onore ne a voi, ne al vostro prodotto. Un peccato.
Molto cordialmente
Marco Ricci
spero non me ne voglia, ma mi permetto di dissentire: il pesto e` una salsa delicata, nonostante la presenza del pecorino (che non dev’essere troppo stagionato, appunto), e l’abbinamento del Parmigiano, invece del Grana Padano, ne rafforzerebbe troppo il sapore.
È una cosa meravigliosa!
Messo a confronto con altri risulta il migliore
Veramente i testaroli vanno cotti lasciandoli lessare per tre minuti nell’acqua bollente ma dopo avere spento il gas. In questo modo rimangono morbidi senza scuocere. Me lo hanno insegnato in Lunigiana
Proveremo anche questo metodo! Grazie!
a parità di stagionatura non vi è apprezzabile differenza tra parmigiano e grana. Infatti la lavorazione è la stessa. Quello che cambia è l’utilizzo di conservanti che nel parmigiano è assente.
Questo per rispondere ad alcuni commenti in merito.